La ricerca di Elena Pizzato intende, da sempre, ribaltare la consueta e assimilata immagine del femminile. La donna non è solo femmina. La bambina diventerà ciò che vuole. Questo intento si svela nel progetto delle Ketra Dolls. Qui le bambole perdono le tipiche connotazioni rassicuranti del mondo di Barbie per diventare irriverenti e desuete. Dark e fetish. Cuoche e mamme non pervenute, insomma! Nell’opera Girl Power l’artista costruisce un dondolo partendo dall’idea del classico tirapugni e anche qui il suo è uno sparigliare le carte che la vita sembra assegnare al ruolo della donna. Nella serie “Grandmother Fucker” invece assolda sua nonna per cucire all’uncinetto 25 presine da cucina ma dall’anima fetichic. La donna di Elena Pizzato è l’affermazione inequivocabile di una sessualità libera. Ma soprattutto è libertà di essere qualsiasi cosa, finanche un’assassina!

Serialmirrors
Attraverso la creazione di nove specchi feticcio, in questa mostra, l’artista ci racconta la storia di donne assassine che in epoche passate hanno catturato l’attenzione del pubblico e, a volte, creato leggende. Tutte le storie provengono dalla cronaca nera. Tutte tranne una: Beatrix Kiddo. L’assassina dei due film Kill Bill nota anche come la Sposa o Black Mamba. Assassina che proviene dall’immaginario cinematografico di Quentin Tarantino ma che racchiude tutti quegli elementi narrativi cari all’artista. Primo tra tutti il concetto che ogni donna deve e può fare male, se necessario! Di certo questa affermazione non può essere interpretata come il perdono della violenza, ma come il diritto di essere cattive e spietate nella difesa della propria libertà, della propria unicità, dei propri sogni. È evidente, in tutto il percorso dell’artista, l’obiettivo di estremizzare il concetto di parità di genere. Di non accettare mai e per nessuna ragione un ruolo imposto. Di essere libera di diventare qualsiasi cosa, finanche un uomo!
Lizzie Borden
Marie Lafarge
Maria Tarnowska
Madeleine Smith
Anna Maria Zwanziger
Madame Popova
Le sorelle Papin
Catherine Deshayes
Beatrix Kiddo
Nel progetto "serialmirrors" è lo specchio il feticcio prescelto, che sia di pelliccia, damascato o borchiato, diviene una sorta di warmhole che ti proietta in vite altre, rubate alle favole e alla realtà. Vado alla ricerca di specchi e specchiere antichi, perché già essi stessi rappresentano degli oggetti-feticci che racchiudono molteplici storie di vita, hanno riflesso chissà quanti volti e situazioni nella storia che noi non potremo mai conoscere e questo è il loro fascino. Alle pagine di questi misteriosi “libri” io non faccio che cucire storie di assassine, racconti familiari, favole nere.

Ho approfondito il fenomeno del feticismo e il potere “magico” del feticcio, di come un semplice oggetto possa avere una tale forza attrattiva su di noi, come se vivesse di vita propria. Una sezione di corpo, un piccolo dettaglio di una cosa inanimata, un indumento o un certo materiale e tessuto. Il suo potere seduttivo è magnetico, è dotato di quel “Sex appeal dell’inorganico” come afferma Mario Perniola nel suo illuminante trattato, che suscita in noi forti sensazioni e ricordi che toccano l’intimità. Nelle mie opere, dalla gomma alla pelliccia, alla pelle, l’attenzione è nel materiale e nel suo dialogo con gli altri dettagli della composizione, è una fase fondamentale per poter evocare questo potere seduttivo e a tratti perturbante.
Serial Mirrors
di
Elena Pizzato
Curated by Uros Gorgone
Edg curated by Daniele Perra
Art direction by Uros Gorgone
Software Development by Giovanni Costante
Graphic Design by Marcello Moi
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